Storia dell'ultimo Spiritaro
Nella punta più estrema dell’Italia meridionale, a Reggio Calabria, dove l’aria profuma di agrumi e salsedine, resiste una tradizione quasi scomparsa, custodita da un solo uomo: Vincenzo Amodeo, l’ultimo maestro dell’olio di bergamotto spugnato.
Ma se glielo chiedi, non chiamarlo artigiano. Lui è, e vuole essere chiamato, “Spiritaro”.
È dalla sapienza delle sue mani che proviene il bergamotto che utilizziamo in Bergamoud.
Parlare con Vincenzo è come sfogliare le pagine ingiallite di un libro dimenticato, uno di quelli che racchiudono memorie di famiglia, gesti tramandati a voce, e mestieri scomparsi. La sua voce racconta storie di quando Reggio Calabria, tra gli anni ’40 e ’70, era popolata da decine di spiritari: uomini che, con pazienza e precisione, estraevano l’essenza di bergamotto usando solo mani e spugne naturali.
“Era un lavoro duro, ripetitivo,” racconta Vincenzo, “ma con una buona compagnia, le ore passavano leggere".
Le giornate cominciavano presto, con la raccolta dei bergamotti, che venivano tagliati a metà, svuotati a mano e messi a bagno in acqua e calce, per poi essere stesi ad asciugare alla mite brezza calabrese.
Ma la vera estrazione iniziava solo al calar della sera: filari di spiritari si riunivano in grandi casolari e, seduti a cavalcioni sul loro sgabello di legno, iniziavano a premere le bucce del frutto contro le spugne di mare, raccogliendone l'essenza in una concolina posizionata al di sotto.
La giusta angolazione, la perfetta pressione sulla spugna, l’occhio attento a cogliere le imperfezioni nella buccia: ogni gesto richiedeva una precisione incredibile.
Per evitare sprechi, gli spiritari spremevano una scorza vicino a una fiamma e, se si incendiava, voleva dire che era rimasto dell'olio, la buccia era, allora, lavorata nuovamente.
Il risultato che si ottiene da questo meticoloso processo, rappresenta la vera essenza del bergamotto: luminosa, delicata e pura.
Un metodo tanto lento quanto prezioso, oggi quasi del tutto scomparso, sostituito da processi industriali.
Eppure, in un angolo di Reggio, tra i riflessi dello Stretto e l’ombra dell’Aspromonte, lo spirito degli spiritari non è ancora del tutto svanito. Vive nelle mani e nei racconti di Vincenzo, ultimo custode di un’arte invisibile, che profuma di storia e di passione.
"La spugnatura del bergamotto è come un lavoro di sartoria, ogni frutto ha la sua misura"
Vincenzo Amodeo