Radici ribelli che salvano la terra: il Vetiver di Toscana
23/07/2025 - Per la successiva tappa del nostro viaggio attraverso l'Italia alla scoperta di nuovi ingredienti, ci siamo fermati sulle coste della Toscana, a Massa, dove abbiamo incontrato Valentina Rappelli, fondatrice di Vetiver Toscana. È qui che nasce il vetiver che utilizziamo in esclusiva per il nostro profumo Figo. Grazie alla sua esperienza e passione, siamo stati i primi a estrarre e impiegare questa varietà di vetiver in profumeria.
Ciao Valentina, puoi raccontarci com'è nata la tua azienda?
Ciao, mi chiamo Valentina e sono la fondatrice di Vetiver Toscana. La nostra storia è iniziata da un’esigenza molto concreta: dopo un’alluvione, alcune piane del nostro vigneto continuavano a cedere e avevamo bisogno di una soluzione naturale per proteggere la nostra casa dalle frane. Abbiamo scoperto il vetiver, una pianta con radici profonde e capillari che stabilizza il terreno, e abbiamo deciso di piantarla noi stessi. Visto che funzionava, abbiamo iniziato a documentarci, a fare prove, a studiare la pianta e alla fine c'è stato proposto di aprire la nostra realtà e così abbiamo fatto. All’inizio lavoravo da sola con un’azienda individuale, poi tra il 2016 e il 2017 ho trasformato tutto in una società insieme a mio marito Andrea. Ormai sono passati quasi 14 anni.
Come avete scoperto il vetiver?
Abbiamo cominciato piantandolo direttamente sul nostro terreno, per capire se potesse davvero aiutarci a contenere le frane. Abbiamo fatto delle prove con i tubi per vedere se le radici andavano davvero in profondità e ci siamo resi conto che la pianta era efficacissima. Così è nata l’idea di trasformare questa esperienza in un lavoro. In Italia esisteva già Vetiver Sardegna, che ci ha dato supporto e indicazioni per avviare la nostra attività. Oggi quella realtà non esiste più, ma grazie al loro sostegno iniziale siamo riusciti a crescere e a rimanere tra i pochi a coltivare vetiver in Italia.
Come viene utilizzato oggi il vetiver in Italia?
Il vetiver è una pianta estremamente versatile: viene coltivato per consolidare i terreni a rischio di frane, per bonificare aree contaminate da metalli pesanti e per depurare acque inquinate. È utilizzato anche nei sistemi di trattamento dei reflui domestici e, grazie al profumo intenso e caratteristico delle sue radici, rappresenta una materia prima preziosa in profumeria come nota di base.
I nostri clienti spaziano dai privati che devono proteggere i propri terreni dal dissesto idrogeologico, alle aziende appaltatrici impegnate in progetti ambientali per conto di comuni ed enti pubblici. Collaboriamo inoltre con università e centri di ricerca, interessati a studiare le proprietà del vetiver, in particolare quelle legate alla fitodepurazione.
Avete mai provato a fare qualche esperimento?
Ricordo che una volta, mio marito Andrea, ha voluto testare la resistenza del vetiver creando delle vasche con acqua contaminata da benzina, gasolio e olio esausto di motore. Nonostante i nostri dubbi, la pianta non solo è sopravvissuta, ma ha ripulito l’acqua inglobando gli idrocarburi nelle radici, trasformandoli in piccole palline facili da rimuovere. È stato incredibile vedere l’acqua tornare limpida in pochi giorni. Un esperimento casalingo, certo, ma che oggi viene ripreso e studiato seriamente dalle università per la fitodepurazione.
Quali sono le caratteristiche della pianta?
La caratteristica principale del vetiver è l’apparato radicale.
È molto fitto e capillare e arriva fino a 4 metri di profondità. Questo permette alla pianta di stabilizzare il terreno in maniera naturale. La parte aerea, invece, ha una chioma lunga e sottile, che ricorda l’erba della pampa. È una pianta perenne, ma durante l’inverno va in stasi vegetativa: diventa gialla, almeno in parte, per poi rinvigorirsi in primavera quando le temperature superano i 10 °C. Un taglio stagionale permette di eliminare le parti vecchie e riportarla al suo massimo splendore. In teoria può vivere fino a 150 anni: io stessa ho piante piantate 16 anni fa che stanno ancora benissimo. L’unico vero rischio è l’uso di diserbanti o la piantumazione in zone troppo fredde, con gelate persistenti.
Come coltivate il vetiver?
Noi partiamo sempre da piantine piccole che travasiamo in contenitori. Per la profumeria usiamo tubi o contenitori grandi con terra sabbiosa e molto slegata, così da facilitare l’estrazione delle radici, che saranno poi destinate alla distillazione. Per il contenimento delle frane, invece, creiamo contenitori resistenti e maneggevoli, facili da piantare in loco. Ogni anno cerchiamo di aumentare la produzione: il nostro obiettivo attuale è di arrivare almeno a 30.000 piante.
Qual è il legame del vetiver con la profumeria?
Le foglie del vetiver non hanno profumazione, ma quando estraiamo le piante dai vasi le radici rilasciano un odore intenso. Noi coltiviamo una varietà precisa, il Vetiver Monto (Chrysopogon zizanioides cv. Monto), che ci è stato dato da Vetiver International agli inizi della nostra attività. Alcuni hanno provato a distillarlo con i metodi classici usati per le altre erbe aromatiche, ma non hanno ottenuto buoni risultati. Al momento, siete stati voi i primi a estrarlo con successo per un profumo.
Quindi, cosa ne pensi del nostro profumo Figo?
Devo dire che anch’io, quando ho annusato la vostra fragranza “Figo”, l’ho trovata fantastica: non lo dico perché sono di parte, ma perché è davvero speciale!